I 5 consigli per il colloquio di lavoro perfetto

Chi sta cercando una nuova occupazione sa quanto è importante essere contattati per una job interview. Ma una cosa è essere invitati a un colloquio di lavoro, un’altra è essere selezionati tra gli altri candidati per essere assunti. Durante il colloquio è necessario confermare quanto l’azienda ha visto nel cv, ma lo stress può rovinare tutto. 
“Tutti, anche chi ha alle spalle una lunga carriera costellata da successi professionali, provano almeno un po’ di agitazione nel presentarsi a un colloquio di lavoro”, commenta Carola Adami, fondatrice di Adami & Associati.
Lo stress è infatti certamente un nemico delle buone prestazioni, porta ad apparire insicuri, a dare risposte sbagliate, a non pensare chiaramente. Ma come si combatte lo stress per dare il meglio durante l’incontro con l’head hunter o il recruiter?

Esercitarsi a rispondere alle domande e informarsi sull’azienda

“La chiave – spiega Adami – è la preparazione”. Quando ci si sente pronti, lo stress diminuisce. Ma cosa significa prepararsi per una job interview? Secondo l’head hunter, gli step per prepararsi a un colloquio di lavoro sono 5. Il primo è esercitarsi a rispondere alle domande più probabili.
“Il fatto di allenarsi a casa, da soli o con qualcun altro, a rispondere alle potenziali domande del selezionatore, può aiutare a farsi trovare pronti”, conferma Adami. 
Prima di un colloquio risulta anche premiante trovare informazioni sulla storia, sulla filosofia e sulle attività dell’azienda. “È possibile trovare dati utili sul relativo sito web, sui social, sulla stampa locale e settoriale – aggiunge Adami-. In questo modo si conoscerà meglio il proprio interlocutore, e si potranno avere indizi importanti sul tipo di candidato che stanno cercando”.

La prima impressione è importante

“L’orario giusto, l’abbigliamento consono: un candidato che si presenta al colloquio in ritardo, o quello che si presenta con un outfit del tutto diverso da quello che si richiederebbe in azienda, inizia inevitabilmente con il piede sbagliato – sottolinea l’head hunter -. Non si viene certo premiati per il modo di vestire, ma è possibile sicuramente perdere punti nel momento in cui ci si presenta con un outfit che dimostra non essere in linea con la cultura aziendale”.

Precisione e brevità, e prepararsi a domande scomode

“Il selezionatore pone domande precise per raccogliere risposte altrettanto precise – ribadisce Adami -. Per il candidato è quindi premiante dare risposte dettagliate, evitando affermazioni generiche. Allo stesso tempo, è bene non dilungarsi, così da poter dimostrare capacità di sintesi”.
Ma prima di presentarsi a un colloquio di lavoro è bene mettersi dalla parte del selezionatore o della stessa azienda, per “leggere il proprio curriculum vitae con i loro occhi – consiglia Adami -. Ci sono incongruenze nella propria carriera? Perché sono state fatte determinate scelte? Perché si è deciso di cambiare lavoro? Cosa è andato storto nelle occupazioni precedenti? Analizzare questi elementi a freddo, prima del colloquio, può essere prezioso per dare risposte sincere e chiare al momento dell’incontro”.